Train spotting*, 1 storia

“Maria si lascia accarezzare dagli occhi elettrici di Mario – un balsamo buono, una fune allentata. Rossa come il filo di quella leggenda cinese di cui abusiamo tutti”
Milano, 5 racconti

“Però quant’è bella Milano da qui?”
“Dimentica il mio nome”

“Eppure, pur non volendo, tu del male me ne facevi lo stesso, specie quando, bisognoso e fragile, tornavi da me con la coda tra le gambe, un cane abbandonato col pelo ingrigito, infradiciato dalla pioggia”.
La testa di Agave

“Da bambino, mio figlio era – com’è che si dice? – buono come il pane. Una pulce scapigliata con gli occhi vispi e le ginocchia livide. Il viso e i capelli neri, arruffati sulla testa, li aveva ereditati da suo padre; mentre il guizzo e il genio, beh, quelli erano roba mia.”
Porcellana

“L’affetto risicato che Giulio le gettava addosso, come ossa ai cani, si consumava in parabole brevi, nello squallore esausto di un monolocale, che, pur non essendo squallido, a furia di scoparci dentro, diventò tale – almeno agli occhi di Valentina.”
Non so

“Già allora mi ero rassegnata all’idea che i tuoi occhi erano delle parentesi, degli incisi brevi che non terminavano mai col mio nome – porte serrate su una serrata interiorità.”
Un amore buono come il pane

“Non lascia nulla al caso, si prende cura di ogni angolo, si sente responsabile di quell’unione di ingredienti. E mi sa, non solo degli ingredienti”
Le donne del fiume

“La mattina successiva, il libro era ancora lì che mi fissava.”
Con tutta la forza, ti dedico la vita

“VIVI LA VITA!
È questa la tua ultima frase: la più bella, perché lo sai, è la mia parte preferita.”
Edizione straordinaria

“Siamo la generazione dell’edizione straordinaria.”