La terra desolata è immobile: il mio pensiero aprilino a Samuel Beckett

“Nell’era del Covid – il nostro nuovo anno 0 -, l’attualità di Beckett è quanto mai evidente. Le città assomigliano sempre di più ai paesaggi surreali – in larga parte inanimati – tratteggiati da lui; mentre noi – i vivi e/o presunti tali -, estraniati e alienati, ci trasciniamo in giornate sempre uguali, che si susseguono, lente, senza stravolgimenti di sorta; e che evidenziano l’assurdità di un tempo congelato, coniugato al passato e povero di futuro”.
Edoardo Sanguineti, dieci anni senza un grande poeta

“Poeta, narratore, drammaturgo, finissimo critico letterario e agguerrito polemista. Con le sue prime tre opere poetiche, unitamente ai suoi primi due romanzi e a una serie di scritture per il teatro rivoluzionarie, diede un fondamentale impulso creativo al movimento che oggi ricordiamo come neoavanguardia. Ma non solo, perché la sua opera letteraria ha attraversato tutta la nostra storia recente.”
La banalità del genio: una recensione qualunque a “La febbre dei Petrov e altri accidenti”

“Dopo pile di libri da fast-food e dopo tanti – troppi – romanzi dispensabili che ho fagocitato bulimicamente solo per vomitarli poco dopo in un cesso qualunque come fossero qualcosa di cui non soltanto non avevo bisogno, ma di cui mi dovevo vergognare, stavo finalmente stringendo tra le mani un gioiello autentico, un vero capolavoro.”