Quanto eri bella, Costituzione mia

“L’articolo d’apertura ha una frase che risuona nelle orecchie di tutti sin dalla nascita: la Repubblica sarebbe fondata sul lavoro. Insomma, giĂ  solo con il primo articolo, ci ritroviamo a ridere insieme a circa 40% degli italiani.”

Giovani lavoratori: viziati o solo stanchi?

“Ciò che ci preme di piĂą, come generazione di giovani che si approcciano, al mondo lavorativo è riuscire a bilanciare la qualitĂ  del lavoro con la qualitĂ  della vita”

L’utilitĂ  dell’inutile.

“Dunque, non saremo forse noi ad aver reso l’arte inutile? Per la societĂ  del progresso scientifico e tecnologico non c’è posto anche per il progresso morale, che si nutre di pensieri e parole, di umanitĂ .”

110 e lode, e poi?

“Che cosa succede dopo la laurea?
Il “Dopo” è un orizzonte sconosciuto a cui non tutte le facoltĂ  e/o UniversitĂ  ci hanno preparato”.

Diario di un vuoto pieno (e di un pieno di vuoto)

“Cosa accade in un oggi, come quello attuale, a chi è spinto da e verso piĂą vettori? Cosa accade ad un universo “rinascimentale”, quando si relaziona con una realtĂ  in cui tutto sembra spingerci verso una specializzazione univoca? Accade che deve imparare a serrare forte i denti. Accade che deve imparare ad andare contro-natura.”

Lettera a un amore mai morto: una postilla a “La cantina” di Bernhard

«La tua rivolta contro ogni vezzeggiativo esistenziale ti ha reso inviso agli occhi di chi, negli anni, ha fatto di tutto per evitare ogni suo trapassatoio, senza capire che, per scampare davvero alla morte, bisogna attraversarla nel mezzo; e non confonderla, eluderla o smorzarla…un esempio perfetto di questo tuo sì alla vita – che è sì un’accettazione vitalistica, ma tutto fuorché accondiscendente – si può riscontrare proprio ne “La cantina”.»