Di che parliamo?
Evento internazionale ideato e gestito dal WWF, l’Ora della Terra ha l’obiettivo di porre l’attenzione sulla necessità di intervenire sui cambiamenti climatici in corso, mediante un gesto definito «semplice ma concreto», come quello di spegnere la luce per un’ora, precisamente dalle 20.30 alle 21.30.
Quando? Oggi.
Partita da Sydney nel 2007, Earth Hour – l’Ora della Terra – ha coinvolto tantissime città e più di 50 milioni di persone ogni anno con spegnimenti che hanno interessato il mondo a ogni latitudine: dalle isole Fiji a San Francisco, passando per Manila, Bangkok, Roma, Berlino, Copenaghen, Toronto, Chicago, New York.
Sulla scia del nostro “M’illumino di meno”, svoltasi lo scorso 11 marzo, in tutto il pianeta grandi città con i loro monumenti, ma anche piccoli comuni, aziende e singoli cittadini nelle loro case e nei loro posti, spegneranno le luci.
E mai come ora dare un segnale è importante!
Questo perché ciò che vive la Terra è sotto gli occhi di tutti, ma, come se fossimo davvero sempre al buio, troppo spesso non ce ne accorgiamo.
Utilizzando un termine medico possiamo dire che la Terra è in prognosi riservata!
Nonostante le tematiche green siano diventate l’asse portante delle politiche governative a livello nazionale, europeo e globale, sembra che ancora manchi quel qualcosa che dia una forte accelerata in questo senso.
La giusta scintilla, per rimanere in tema.
L’incremento, però, del mercato della green economy, ovvero di coloro che producono beni, tecnologie e servizi, e i modelli di città Eco-Friendly – basti pensare a Copenaghen, Oslo, Vancouver, Tokyo – può dare uno sguardo ottimista alla cosa.
A questo, affianchiamoci anche le numerose campagne di crowdfunding che vedono sempre più talenti ed inventori alle prese con la realizzazione di gadget e accessori sempre più friendly to world.
Tutte queste cose possono essere il vero punto di partenza verso una nuova considerazione del nostro mondo: unico, bello, solo, ma sempre più in pericolo.
Si, perché di Terra ne abbiamo solo una e bisogna renderle omaggio e rispettarla ogni volta.
Non abbiamo un pianeta di riserva o la conquista dello spazio.
Quella che vediamo nei film, è più fantascienza che realtà.
Mai come ora, quindi, un gesto semplice, può avere una forza così grande.
E poi, non solo per un’ora, ma anche con dei piccoli accorgimenti quotidiani potremmo dare un contributo molto significativo.
Come?
Risparmiando energia e spegnendo le luci dove non servono, compresi gli stand by degli apparecchi elettronici.
Scegliete sempre lampadine a basso consumo (LED) e diminuite le emissioni programmando il riscaldamento a 18-20°C.
Inoltre, è importante regolare il termostato del frigorifero a temperature non inferiori a 6°C, mentre per il congelatore a -18°C.
Ove possibile, sarebbe opportuno organizzare gli spostamenti usando i mezzi pubblici, biciclette, piccoli mezzi elettrici.
Alla luce di ciò si può intuire quanto sia fondamentale investire tanto e subito sulla Transizione Ecologica, quel processo strutturale indispensabile per il cambiamento del nostro modello socioeconomico, con il passaggio dai combustibili fossili all’utilizzo delle fonti energetiche green: sole, vento, acqua e biomasse.
Cosa si potrebbe fare?
Sarebbe anche opportuno instillare questo principio nelle scuole.
Ad esempio, negli istituti primari e secondari di primo grado attraverso lezioni dedicate e laboratori d’interesse, oppure nelle scuole secondarie di secondo grado ed università attraverso progetti teorici e soprattutto pratici che possano poi finalizzarsi in crediti utili agli studenti partecipanti.
Far diventare, quindi, il benessere del nostro pianeta di fondamentale importanza così come tutto ciò che immagazziniamo nel nostro bagaglio culturale attraverso la nostra oramai classica formazione didattica.
Le amministrazioni locali potrebbero oltremodo organizzare periodicamente delle giornate ecologiche, ad esempio per la pulitura dei tratti boschivi sempre preda dei rifiuti, così come delle spiagge, dei fiumi, coinvolgendo le tante associazioni di volontariato che risiedono nei territori d’interesse.
Vista la mole di lavoro che si presenta, certamente le idee per fare anche altro non si esaurirebbero presto.
A dirla tutta non sarebbe una cattiva idea, inventarsi un carburante prodotto dalle false promesse dei politicanti, quelli che siamo abituati a vedere in ogni occasione, e grazie ai quali si avrebbe energia in abbondanza e per sempre, ma tant’è…
“La terra è un bel posto e per essa vale la pena di lottare.”
(Ernest Hemingway)

Nasce a Cosenza nel luglio del 1989.
Laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, è attualmente dottorando di ricerca presso l’Università della Calabria.
I suoi interessi spaziano dalla scienza all’arte, da ciò che è tangibile a ciò che è astratto: l’importante è essere dentro le cose e capirne il valore.
Il suo sogno nel cassetto è quello di ritrovare la chiave per aprirlo!