"Siamo un complesso di insicurezze che usa ciò che non mostriamo al mondo come arma di convincimento della nostra super mascolinità. Vogliamo essere come Rocco, ma siamo solo ricchi di paure e insicurezze e in un mondo in cui non siamo capaci di parlare dei nostri sentimenti e non siamo bravi a dire ad alta voce la parola “mestruazioni”, non posso considerarla quale giustificazione.

Inutile nascondersi dietro un dito, ma se avessi ascoltato tutti quelli che nella vita mi hanno ripetuto “non usarlo troppo, altrimenti diventi cieco”, a quest’ora non mi meraviglierei se non vedessi quasi più nulla. E considerando che porto già un bellissimo paio d’occhiali, qualche domanda me la pongo.

Oggi voglio condividere con voi il mio pensiero sulla masturbazione. Potrà essere errato, poco puntuale, ma sarò diretto, andando dritto al punto, duro in tutti i sensi.

Non scandalizzatevi, o fermatevi se non avete voglia di sentirne parlare.

Sono cresciuto in una famiglia nella quale un medico e un’insegnante, forse per il fatto che sia l’ultimo “della nidiata”, non hanno avuto grandi timori a farmi il “discorsetto”, spiegandomi nel dettaglio, biologicamente e non, la masturbazione e l’eventuale attività sessuale, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Tuttavia, sono certo che mio padre, dall’alto dei sui 50 anni di professione, non abbia mai nominato la cecità come effetto collaterale (o forse ho voluto solo dimenticare).

Caro papà e cara mamma, grazie di tutto, ma io sapevo già cosa fosse la masturbazione.

Ovviamente mi reputo fortunato, seppur da adolescente non avessi capito quanto fosse importante parlarne e scoprire gli aspetti insidiosi di una mano e del resto del mio corpo.

Impossibile negare quanto per tanti sia stato difficile rendere fruibile questo argomento tabù, soprattutto in famiglia e specialmente per le donne. Per noi uomini, invece, è sempre stato tutto più semplice.

Dal pensiero freudiano per cui il bambino ha timore di perdere il pene, fino alle prime cotte, finanche alla prima eiaculazione spontanea dalla vivida trasparenza, noi ragazzi abbiamo sempre avuto strada facile in un discorso che sembra solo una sorta di vaso di Pandora che ancora non si può aprire.

Siamo portati in autonomia a menarcelo con così tanta facilità e conseguente veemenza, che non vi dovreste meravigliare se spesso siamo in ritardo. E non è perché ci stiamo sistemando i capelli o i baffi.

Infatti, la masturbazione maschile è quella costante, che voi ci crediate o meno, che non lascia mai l’essere umano di sesso biologico maschile.

Una volta che da giovane si inizia, difficilmente si finisce.

Per l’appunto, non mi meraviglierei se la percentuale più alta di soggetti affetti dalla sindrome del tunnel carpale fosse maschile. Non ho approfondito quest’indagine e in parte mi dispiacerebbe sapere di essermi sbagliato.

Forme celate dai vestiti, giornaletti, programmi televisivi in orari sconcertanti, scaricamento video e film compulsivo da e-mule, pornografia a portata di mano sono state e sono ancora (in parte) i mezzi che l’uomo utilizza per rifocillarsi e giocare con l’appendice donatagli.

Non si fa differenza: il medico, l’operaio, il professore, il giocatore di carte al bar. Tutti sono legati da questa irrefrenabile voglia di toccarsi, trastullarsi, godere.

L’onanistica, ovvero l’atto masturbatorio in tutto il suo complesso – valente in ambito maschile e femminile – è attività che storicamente è sempre stata ostacolata, non solo per le ragioni riportate finora, ma anche e, soprattutto, per un insito perbenismo religioso che ha sempre lottato contro questo atto di autoerotismo, identificandolo come “peccato”.

Ma mentre i sacerdoti restano uomini peccatori, io, in confessione con Padre Pierluigi a 12 anni, alla domanda se commettessi atti impuri da solo a casa, rispondevo di no, peccando due volte.

La cosa che ho sempre trovato eccezionale è come poi ogni uomo abbia un modo del tutto personale per la masturbazione. Sì, perché noi maschietti tendiamo anche a raccontarcelo.

C’è chi stimola altre parti erogene, dal massaggio allo scroto, finanche ai capezzoli o all’umidificazione del glande, chi utilizza oggetti per cui non esistono abbastanza parole nel dizionario per descriverli. Ognuno sceglie la propria via con grande gioia!

Ora, se anche l’attività masturbatoria è il centro del pensiero umano, è da sottolineare quanto la medicina consigli l’atto sessuale nella sua completezza, ma non sconsiglia di lasciare definitivamente l’autoerotismo, basta che non sia l’unica attività e che sostituisca completamente l’atto sessuale.

Purtroppo è un’attività che porta così tanto piacere e che può essere anche gestita perfettamente in termini di tempo e forza, che spesso diventa un’ossessione e, in quel caso, contattare il proprio andrologo o uno psicoterapeuta e/o sessuologo, diventa di grande importanza.

Ora capisco perché si dice “testa di cazzo”.

Dopo questa disquisizione sui pro e sui contro, però, passiamo alla mia opinione: noi, portatori di pene, siamo molto fortunati.

Nella mia esperienza personale, reputo sia fondamentale che le ghiandole dell’asse genitale si svuotino regolarmente; sono a favore dell’attività periodica, della voglia irrefrenabile e della necessità incombente di farlo, ma sono meno fan di quella stessa voglia di condividere con il mondo il tutto, legandolo solo alla possibilità di essere “migliore degli altri”.

Mi spiego meglio; noi uomini siamo così tanto insicuri, che se non raccontiamo le nostre imprese in maniera eroica (e, credetemi, spessissimo inventiamo, neanche fosse una favola di Esopo), non siamo realmente felici e non riusciamo ad essere orgogliosi del nostro membro – che agli occhi degli altri, seppur non lo vedono, dovrà apparire più grosso e meglio utilizzabile.

Quello stesso membro che però alcune volte fa cilecca senza saperne la ragione, che gioisce troppo velocemente per emozioni forti, o che magari non gioisce facilmente portando allo sconforto. Siamo un complesso di insicurezze che usa ciò che non mostriamo al mondo come arma di convincimento della nostra super mascolinità.

Vogliamo essere come Rocco, ma siamo solo ricchi di paure e insicurezze e, in un mondo in cui non siamo capaci di parlare dei nostri sentimenti e non siamo bravi a dire ad alta voce neanche la parola “mestruazioni”, non posso considerarla quale giustificazione.

Perciò cari uomini, maschioni, maschietti, masturbatevi e rendete il bicipite destro o sinistro più grande dell’altro (fortunato l’ambidestro); ma sappiate che tutti questi discorsi sulle vostre imprese sessuali, quando è stata solo la vostra testa a crearli con il membro in mano, al mondo non interessano.

E ora torno ad aggiustarmi i capelli.

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