Nel 2002 un amico di famiglia regalò un DVD a mio padre dal titolo Senso ’45.
Mi fu espressamente chiesto di non toccarlo, perché non era “roba per bambini”. Annuii, ma dopo pochi giorni lo guardai di nascosto. Ricordo Gabriel Garko con i capelli tinti di un biondo platino accecante. Compresi di aver visto qualcosa di particolarmente “sporco” e provai un certo imbarazzo. Sulla copertina del DVD notai un nome: Tinto Brass.
Pochi anni dopo, incuriosita da varie chiacchiere tra amici, scoprii che il regista Giovanni Brass, in arte Tinto – dal nome del pittore veneto Tintoretto, tanto caro a sua nonna – altro non era se non un genio del cinema erotico. Anzi, Tinto era ed è un maestro: io, i geni assoluti, li definisco maestri, pur non riscuotendo il consenso comune.
Sebbene ad oggi esistano diversi registi che si occupano di film erotici – inclusa la bravissima Erika Lust – Tinto Brass rimane il vero pioniere dell’estetica erotica in tutto il mondo e nessuno raggiungerà mai i suoi livelli di creatività.
Eppure, quante volte i suoi film sono stati reputati maschilisti e sessisti?
Infinite: io stessa l’ho pensato più di una volta.
Ad oggi, però, sento di dover cambiare prospettiva.
In fondo, le produzioni di Tinto hanno sempre soddisfatto le richieste di un mercato prettamente maschile, volto a erotizzare la figura femminile per soddisfare le fantasie di soli uomini… Del resto, alle donne dell’epoca i “filmacci” non interessavano affatto… O no?
Non è un caso, quindi, che il cast maschile del regista sia piuttosto scarno, mentre quello femminile risulti talmente variegato da soddisfare “tutti i gusti”, vantando nomi del calibro di Stefania Sandrelli e Serena Grandi. Proprio loro, così ammalianti e seducenti, hanno interpretato i personaggi che ben conosciamo e che hanno consacrato il genio di Brass.
Nei film del regista fanno capolino spesso parole quali “Troia, vacca” e le donne non sono altro che maliziose tentatrici, figlie del clichè della femmina peccatrice. Non è piacevole, ma continuiamo a guardare oltre.
Io, figlia degli anni in cui il genere femminile ammette di masturbarsi, degli anni in cui è stata creata la categoria porno Female Friendly e degli anni in cui le donne si preoccupano di godere realmente e vanno a caccia di film porno ed erotici, dove trovo la mia porzione di piacere guardando un film di Tinto Brass?
Occorre andare oltre, ancora una volta, e ragionare con il filtro della fantasia… Perché sì, contrariamente al porno, l’erotico è frutto di tutto ciò che è velato e mentale.
Ed è così che, l’idea di un guardone pronto a spiare la nostra nudità al di là della finestra o dalla serratura dell’uscio della camera da letto, si trasforma in piacere. Non dimentichiamo che fu proprio Brass a introdurre questo personaggio all’interno del genere, compiendo una mossa interessante proprio per noi signore.
Una mente femminile non sarà mai indifferente ai centimetri di tessuto da sfilare per denudare i corpi e alla tensione che si crea tra i potenziali amanti.
L’immaginazione è seduzione e non si può restare impassibili alle atmosfere rarefatte, alla luce soffusa riflessa sulle pareti scure, alle sottane lievemente alzate, ai respiri affannati, alle lenzuola ancora calde e stropicciate, agli slip leggermente scostati fino a far intravedere piccole porzioni inguinali. Non si può restare indifferenti alle dita madide di umori dello stesso regista, che si diverte ora a vestire i panni del confessore, ora dello zio molesto o del ginecologo.
Una donna non può che apprezzare l’esaltazione delle curve, avallando la teoria del maestro secondo cui tutto ciò che è curvilineo è irrazionale, erotico e sensuale, mentre le linee rette appartengono alla ragione. È proprio per questo motivo che sul set di Brass non sono mai mancati gli specchi ovali.
Così, un po’ per riflesso, ho posizionato uno specchio ovale nella mia camera da letto, proprio come nei film di Tinto e mi aspetto sempre di vedervi riflesso chissà chi da un momento all’altro…
A tutte noi appartengono le curve di Miranda, l’ingenuità di Monella, la curiosità di Paprika ed è facile sentirle sorelle e comprenderne la veracità mentre parlano dialetti diversi. Loro ci hanno insegnato che la promiscuità non è poi così male.
Nessuno ha celebrato la lingerie ai livelli di Brass, indossata divinamente da tutte le sue attrici, cosa che più di una volta ha indirizzato i miei acquisti in tal senso, ora per vezzo ora per utilità. Tutto ciò che è pizzo e merletto è sfuggente, come ci insegna Teresa con il vento tra i capelli nel bel mezzo della Laguna.
Credo sia chiaro che la mia parte di piacere risieda proprio qui, nelle piccole cose, nell’aver ricordato la gioia dell’essere donna – andando oltre le fantasie maschili – e nel riuscire a trasformare dei banali oggetti in validi alleati di piacere personale, prima di tutto.
L’erotismo insegna che la bellezza ci pervade e ci appartiene ed è il regalo che noi donne, così eteree e materiali allo stesso tempo, abbiamo fatto al mondo intero. L’erotismo è charme e noi ne siamo padrone.
Ora è tutto chiaro.
Qualcuno spia ancora Teresa dalla serratura della sua stanza da letto, Paprika non ha mai smesso di cornificare il suo marinaio e Miranda non perde occasione per esibire il seno perfetto.
E tu corri Diana, corri nella calle, il tuo amante ti aspetta e il maestro, con il sigaro acceso, ti scruta nell’ombra…
Corri pure, perché Così fan tutte…
Cosentina, classe 1991, laureata in Lettere e Beni Culturali, con Magistrale in Storia dell’Arte presso l’Università della Calabria e fluente in Inglese e Francese.
Oltre ad un periodo di studi a Vizille in Francia e una formazione con Eugenio Santoro dedicata ai curatori di mostre d’arte, vanta un amore per
i pittori fiamminghi e il periodo Barocco e coltiva il sogno di imparare (almeno) dieci lingue.
Appassionata di culture mediorientali, cosmesi bio, viaggi, lettura, dolci e mare!