Whispering; soft spoken; scratching; brushing; tapping; mouth sounds.
Ripetuti velocemente, tutti insieme, davanti allo specchio evocano il fantasma di Maria la Sanguinaria? Nient’affatto, sono i celeberrimi triggers, aka stimoli visivi o uditivi che sono alla base dell’ASMR.
Ormai più di tre anni fa, mi sono imbattuta per la prima volta in uno di questi video su YouTube.
In un periodo denso di stress, mi sono affidata al mondo dell’internet per trovare una soluzione alla mia insonnia che non fossero i sonniferi.
E, come vi dicevo, l’ho trovata.
I video ASMR (acronimo che sta per “autonomous sensory meridian response“, in italiano “risposta sensoriale meridiana autonoma”) sono classificati come approccio all’auto-aiuto e non si sostituiscono alla ipnositerapia né alla psicoterapia.
A dire il vero, è un argomento che è ancora decisamente poco analizzato: un paper canadese del 2018 identifica l’ASMR come “un fenomeno percettivo in cui specifici stimoli uditivi e/o visivi generano uno stato emotivo positivo e rilassato” basato sul rilascio di neurotrasmettitori, come endorfine e serotonina.

Ma, in soldoni, cos’è?
Si tratta di video, girati da esperti del settore (conosciuti come “ASMRtist”) che, una volta indossati gli auricolari, inducono lo spettatore in uno stato di rilassamento che, spesso, si associa ad una sorta di formicolio diffuso (avete presente quanto qualcuno vi tocca i capelli o vi accarezza la pelle, facendovi i “grattini”? Ecco, più o meno quello), meglio conosciuto come tingles.
Ce n’è, ovviamente, per tutti i gusti (un concetto evidentemente ancora poco chiaro a chi sostiene il concetto di “famiglia naturale”): i triggers si dividono in visivi ed uditivi e, per ciascuna categoria, vi sono molteplici varianti.
Dal semplice sussurro (whispering), si passa al role play e cioè al gioco di ruolo (state calmi, riponete la divisa da pompiere sexy, non stiamo parlando di fantasie sessuali), in cui lo spettatore si ritrova dal parrucchiere o in un negozio di vestiti in un processo di immedesimazione che lo rende protagonista di un taglio di capelli o della scelta di morbidissimi tessuti.
È certamente più difficile a dirsi che a farsi… è come se volessi spiegarvi di cosa sappia la lasagna di mia madre.
Ciò che è certo è che non tutti i triggers vanno bene per tutti.
Se prendiamo, ad esempio, i miei gusti, io sono letteralmente una patita del brushing camera (null’altro che accarezzare l’obiettivo della videocamera con un sofficissimo pennello), nonché del tongue clicking (il suono che emettete quando provate – senza successo – ad avvicinare un gatto per strada), ma non amo il soft spoken, cioè il tono leggermente più forte del sussurro.
Alcuni triggers potrebbero addirittura risultare particolarmente fastidiosi: soffrendo io stessa di misofonia, evito accuratamente tutti i video in cui il rilassamento è indotto dai rumori che si fanno masticando. Anche qui, se a me non piace, non significa che ad altri non debba piacere, chiaro no?
Ora che ci penso, l’ASMR si presta a spiegare molti aspetti della società odierna, come, ad esempio un concetto ignoto a molti: l’“orientamento sessuale”.
Sto divagando.
La community italiana conta moltissimi ASMRtist talentuosissimi che hanno reso le mie nottate soffici come una nuvola.
Chiara ASMR è per me una certezza: predilige i visual triggers (i miei preferiti) uniti ad una dose sostanziosa di tongue clicking (il “verso fatto al gatto” di prima). Celestiale, semplicemente.
El ASMR registra molti video in spagnolo e, personalmente, i suoi role play come make-up artist sono tra i migliori del web.
Sul mio podio personale, non può poi mancare DesyMagic, colei che mi ha introdotta a questo meraviglioso mondo.
Consiglio il suo trigger di riconoscimento, il mitico “PuffPuff”. Provare per credere.
Di recente, poi, mi sono aperta anche all’ASMR al maschile.
Stupidamente, avevo sempre ritenuto più rilassante la voce femminile. Immenso errore.
Mi ha fatta ricredere un giovane talentuosissimo, Lori ASMR, che, ogni volta, riesce a stupirmi per l’originalità dei suoi video.
Ovviamente, la community italiana è composta da tantissimi altri ASMRtist, molti dei quali ancora da scoprire.
Nel panorama internazionale sono letteralmente migliaia, ma il mio personalissimo consiglio, qualora vogliate approcciarvi a questo mondo, è quello di cominciare con i video in italiano. Giusto per prendere confidenza.
Un altro suggerimento che, nonostante le mie ricerche, non ho trovato segnalato da nessuna parte, è quello di “conoscere” l’artista prima di ascoltarlo “in notturna”.
Il perché è semplice: l’obiettivo dei video è quello di farvi rilassare e, si spera, di farvi addormentare; la fase REM del sonno, durante la quale l’attività cerebrale è decisamente simile a quella che si ha durante la veglia (caratterizzandosi per la percezione mediamente vivida di immagini, pensieri, emozioni tanto da essere sfruttata anche nella tecnica “onironautica” ndr.), è una fase delicata all’interno della quale si recepiscono con una certa lucidità gli stimoli esterni.
Ciò significa che “processerete” qualsiasi input uditivo e qualsiasi informazione tramite lo stesso veicolata.
Senza tirare in ballo le tecniche di “lavaggio del cervello” (ma, hey, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio), basterebbero suoni improvvisi o situazioni simulate a voi non confacenti (es., un role play dal dentista per chi ha paura anche solo dello sbiancamento dentale) per rendere i vostri sogni inquieti.
Fortunatamente, dopo un po’, YT mette in pausa da solo la riproduzione dei video.
Testato in prima persona.
Solo a pensarci, mi è già venuto sonno.
Che dire, buon ASMR a tutti!
Ad un giuramento dall’essere avvocato, classe 1993, romana D.O.C.
Laureata in Giurisprudenza presso la LUISS Guido Carli con votazione 110/110, specializzata in Diritto del Lavoro e Responsabilità Professionale, parla fluentemente inglese a livello C1 grazie ad una parentesi di studio presso il Griffith College di Dublino.
Collaboratrice del Quotidiano del Sud dal 2019 e Vicedirettore di“Iuris Prudentes”.
Appassionata di pittura, lettura, psichiatria e shopping!