– … Non vali niente.
– Che ore sono? … Non è possibile! Già così tardi!?
– Non vali niente.
– Le gambe, sono tutte intirizzite.
– Non vali niente.
– 2 chiamate perse, 50 messaggi su Whatsapp. Non ce la faccio, risponderò dopo. Sono troppo stanco.
– Gli altri sono fuori e tu ancora qui a perdere il tuo tempo.
– Lasciami stare! Non voglio alzarmi, è tardi ormai. Cosa dovrei andare a fare fuori? Non mi sento bene ora.
– Hai sprecato tutto!
-Lo so! Chi è che chiama? Devo far finta di non essermi appena svegliato. “Pronto! Sì, sono in piedi, stavo studiando. Sì, sto bene, sto bene. Ci sentiamo dopo, ora sono occupato”.
– Continui a mentire.
– Non voglio essere compatito.
– E cosa vuoi fare?
– Niente. Vorrei solo… Stare tranquillo.
– Te ne stai sempre tranquillo.
– Lasciami andare!
– Lo fai già tu.
– Mi fa male lo stomaco, devo girarmi, devo respirare. Mi viene da vomitare. Non voglio vomitare, non voglio alzarmi. Vorrei solo dormire un altro po’, stare in pace.
– Devi uscire dopo pranzo.
– Sì, ho tempo tanto. Più tardi farò una doccia.
– Farai di nuovo tardi
– Non è vero! Ho tempo.
– Te lo faranno pesare.
– Me lo fanno sempre pesare, che differenza fa?
– Chi vorrà stare con te?
– Non ha importanza. Alla fine la gente sta sempre con tutti, non mi noteranno.
– Gli esami?
– Manca più di un mese. Dormire qualche ora in più non avrà nessun effetto negativo.
– Ne hai dati appena 5!
– Erano tutti difficili, e poi… Sono ancora all’inizio, devo abituarmi ai ritmi.
– Appena 5.
– Mi rifarò, ne sono convinto.
– Quando?
– Non lo so quando! Non lo so! Non sono pronto alla responsabilità.
– E lo sarai continuando a dormire, giustamente.
– Non ho scelto io di stare così.
– Non hai mai scelto di fare un bel niente.
– Ho provato. Mi hanno detto che dovevo smetterla di guardare la vita passarmi davanti agli occhi. Ci ho provato. Sono inadeguato. Non lo capiscono, non lo capiscono… Non lo capiscono.
– Magari loro lo affrontano.
– Non è la stessa cosa! Non può essere la stessa cosa. Non come questa… Non così.
– Sempre alla ricerca di scuse. Patetico.
– Io non sono patetico! Non sto bene. Lo sai che non sto bene. Sei tu, sei sempre tu.
– Io non esisto!
– E allora perché non te ne vai?
– Perché ti servo.
– A cosa?
– A rimanere inutile, mentre fai finta di non esserlo.
– Ora vattene. Lasciami riposare. Solo qualche minuto ancora. Qui non ho paura. Queste coperte sono così calde.
“La gente pensa che la depressione è la tristezza, il pianto o il vestirsi in nero, ma la gente non sa che la depressione è la costante sensazione di essere intorpidito. Ti svegli la mattina solo per tornare a letto.” (Anonimo)
Cosentino classe 1995.
Studente di Giurisprudenza presso l’Università della Calabria e con un’inclinazione per l’ambito penalistico, ambisce alla carriera magistratuale grazie al suo amore per la giustizia e al bisogno di guardare sempre con occhio critico la realtà.
Sogna tutti i suoi mille sogni nel cassetto e condisce ogni giorno con una sana dose d’ironia.
Appassionato di politica, musica, cinema e sport!