Federica Di Lieto: dalla Calabria a Masterchef

"Dalla voce di Federica, si percepisce gratitudine e amore per Masterchef: per tutte le esterne, gli ospiti, lo stress e, sopra ogni cosa, le critiche e gli insegnamenti dei giudici."

Avete presente quando un parente si trasferisce all’estero e la prima esclamazione che si sente quando si parla di lui al compleanno del cugino di terzo grado del nonno della vicina è: “Hai visto? Quello sì che ci ha saputo fare!”?

Ecco, oggi, dopo qualche mese di attesa, ho avuto il piacere di intervistare Federica Di Lieto, 30 anni, calabrese di nascita e tipico esempio del parente che “è andato in TV” e di cui noi tutti parleremmo durante le festività, tessendo lodi e complimenti senza fine.

Mi colpisce il suo entusiasmo, dopo giorni di rinascita passati in Sila, nella sua natura calabrese, come ha postato sui social e quella carica che ha mostrato in ogni sfida del programma. 
Una boccata d’aria senza mascherina, dal profumo di cibi buoni e forno appena acceso: quello che lei – al contrario mio – usa alla perfezione.

Ma chi è Federica Di Lieto?

La fatidica domanda che tutti aspettano e alla quale lei risponde con: “Sono una ragazza normale”.
Questa ragazza normale, con la “passione/ossessione” per la pallavolo, che ha sempre praticato con la sorella e che ha ereditato dalla mamma, è anche stata studentessa e lavoratrice negli ultimi anni. Per tutti le attività che ha fatto non basterebbero tre persone, eppure riesce a divincolarsi tra una facoltà di ingegneria chimica (materia in cui è laureanda), piccoli lavoretti nella provincia di Cosenza e l’aeroporto di Lamezia Terme. Siamo sicuri non sia una supereroina?

E la passione per la cucina?

A casa di Federica si mangia bene. Mamma, nonne e zie cucinano bene e di alta qualità!”. Insomma, mentre Federica ci fa immaginare mense imbandite e tanti commensali intorno a lunghe tavolate, il suo DNA, dal gusto sopraffino, si lubrifica con l’olio delle sue patate fritte, piatto con cui inizia a capire di amare la cucina all’età di 12 anni.
Non preoccupatevi, anche io a 12 anni non sapevo fare altro che chiedere “Mamma, cosa si mangia a pranzo oggi?”.

Federica, poi, mi ricorda che il suo iter universitario ha sicuramente favorito la crescita di questo sogno, perché gastronomia e scienza vanno di pari passo. E chi la può contraddire? Di certo non io, che di chimica ho seguito solo le lezioni di Robin Williams nel film “Flubber”. Ma se me lo dice lei, io mi fido.
Ha anche sottolineato che vi è la cosiddetta “reazione di Maillard”, legata alla cottura della carne, ma per non rischiare l’arresto per avvelenamento vi consiglio di studiarla privatamente e perché no, fatemi sapere il risultato dell’esperimento! 

E dimmi, perché Masterchef? E soprattutto, perché scegliere, come piatto di entrata, i fagottini ripieni di stoccafisso e patate?

Il mio fidanzato era da anni che mi diceva di inviare la partecipazione e, per curiosità, abbiamo aperto il sito per capire come entrare”. Questa “normale” ragazza si trova catapultata, così, tra mille chiamate e videochiamate, a Milano.

Io sono una sportiva, perciò competitiva”, mi dice, iniziando a spiegarmi la pietanza. “Il piatto, intitolato “Aquiloni sullo Stretto”, ha a che fare con la tradizione di mia madre, che viene da Reggio Calabria”. Federica non si ferma alla sua provincia, ma scopre tutta la Calabria, portandoci tra le correnti del mare mosso al di là dello Stretto e la sua storia raccontata col gusto; il tutto raccolto in un piatto della tradizione, ma rivisitato con intelligenza ed eleganza.

Dopo mesi di lockdown in cui ha provato milioni di piatti con la sua amata sorella, sceglie di portare con sé la cultura calabrese e la salsa con i peperoni arrostiti…
Che ve lo dico a fare?

Cosa hai amato di Masterchef?

Masterchef è una macchina perfetta e gli ingranaggi collimano in maniera altrettanto perfetta. Nessuno si rende conto di nulla ma tutto funziona per come stabilito e perciò si entra, si inizia ed è come se fossi in una danza, di cui non conosci i passi, eppure esegui il tutto alla perfezione. Ti senti bene e non ti rendi conto nemmeno delle telecamere. Io ho vissuto tutto a pieno con semplicità, senza pensare fosse un programma televisivo”. Dalla voce di Federica, si percepisce gratitudine e amore per questa esperienza culinaria: per tutte le esterne, gli ospiti, lo stress (che lei gestisce al meglio essendo una pallavolista) e, sopra ogni cosa, le critiche e gli insegnamenti dei giudici.

Il brivido di non sapere è la cosa più bella”, mi racconta parlando delle Mistery Box, perché sperimentazione, novità e difficoltà sono forme chiare di crescita.
Non nego che io avrei avuto difficoltà anche se ci fosse stato del pollo sotto quella Box. Morto, ovviamente.

Il compagno di viaggio con cui hai lavorato meglio?

Masterchef è una gara individuale e solo una volta ho avuto la possibilità di lavorare in coppia, ovvero con Jia Bi”. Ad occhio e croce, vista la loro vittoria nell’Invention Test, è andato tutto alla grande! Federica, fino alla semifinale, ha fatto parte di quattro brigate, vincendo tre delle quattro sfide totali e, per questa ragione, ha sottolineato che “quando si lavora in squadra, dove non arriva uno, c’è l’altro”. Questo è il tipico atteggiamento da campionessa!

Tra i tuoi piatti, di quale vai più fiera? E poi dimmi… che sapore ha la medusa?

Forse le domande coincidono, perché la Mistery Box anniversario univa diversi ingredienti e la medusa è quello che volevo”.
Eh sì, la coraggiosa Federica sceglie la medusa perché “un mio amico, dopo essere stato a Singapore, mi ha parlato della medusa – che non sa di nulla! – e allora ho deciso di provarci”. 

E mentre tutti noi ci chiediamo di che cosa sappia la medusa, speriamo anche di non provarla mai a meno che non venga cucinata da Federica, la cui ricetta è stata definita da Cannavacciuolo come «piatto da brividi, da grandi tavole e che fa dire “cosa viene dopo?”».

Un’ultima domanda per me fondamentale. Nella lettera di tua madre si è percepita una fierezza nei tuoi confronti che pensavi non ci fosse precedentemente. Quanto costa, perciò, in termini di sforzi, credere in un sogno e perseguirlo?

La risposta di Federica ha riacceso in me la voglia di sognare, perché ha sottolineato quanto la famiglia ci sia sempre per lei e per questo suo sogno culinario, specialmente perché mentre la mamma pensava stesse perdendo tempo, lei ne stava, invece, guadagnando. In quella lettera, sua madre mostra quell’amore di cui una figlia a bisogno per poter volare, un’ulteriore conferma di quell’essere insieme, per “schiacciare” dritti fino alla vittoria.

Dite ciò che volete, ma alla vista di quel libro e di quella lettera, chi è che non ha pianto?
E se avete detto “io no”… state solo mentendo!

Federica esce ad un passo dalla finale, ma non importa, perché il suo sogno è sempre più impresso in mente e cuore, mentre dentro di noi risuona ancora, a gran voce, un’unica domanda: ma quindi che sapore ha la medusa?

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