Diario dalle Mura – Shingeki no Kyojin (L’Attacco dei Giganti)

Nell’universo de “L’Attacco dei Giganti” la razza umana è prossima all’estinzione, minacciata dalla crudeltà di enormi essere, i Giganti appunto, il cui unico scopo è divorare ogni singolo uomo. Rintanatasi all’interno di tre cinta murarie, quel che resta della nostra specie vive all’ombra dell’angoscia di non conoscere più cosa significhi libertà. Non tutti però vogliono arrendersi a questo tragico destino.

103 anni dopo la fondazione delle Mura. Distretto di Trost, Wall Rose.

Domani partiremo, il giorno è arrivato. Non so più neppure in cosa riporre le mie speranze, ammesso che siano ancora loro a muovermi e non la vendetta, l’odio, il desiderio bruciante di trovare un fine ultimo nel massacro. Lo ricordo ancora quel pomeriggio: il momento esatto nel quale ricordammo cosa vuol dire sentirsi in trappola; l’umiliazione di essere uccelli in gabbia, schiavi dei Giganti. Ho desiderato a lungo sapere cosa si celasse dietro quelle mura. Agognavo la libertà, volevo credere di essere diverso … sì, diverso da chi non ha sogni, da chi non vuol conoscere i misteri di questo mondo, preferendo un brandello di terra ed una vita di modesta ordinarietà.

Io dovevo essere speciale, per questo scelsi la Legione Esplorativa appena ebbi l’occasione; non m’importava del pericolo, è una condizione necessaria per la gloria, per esplorare i territori esterni, per diventare l’eroe che avrebbe finalmente  condotto l’umanità oltre i confini della mappa. Avevo una visione e l’ho perduta per sempre, come ho perso tutti i miei compagni, mia moglie, la mia bambina. Me ne accorgo solo ora: l’ avidità mi ha condotto fino a qui, accecato com’ero dalle mie idiozie.

Quel giorno ero con le truppe oltre il Wall Maria: la solita missione conclusa nel nulla ed una montagna di morti. Alcuni tra gli uomini più valorosi dell’esercito degli uomini divorati, smembrati davanti a me e come al solito non ho potuto far altro che guardare inerme, ripetendo a me stesso che stavano morendo per il sogno di tutti quanti, che il loro spirito sarebbe sopravvissuto se noi avessimo continuato a combattere. Ripensavo a quanti commilitoni mi sono lasciato indietro, “perché io continuavo a vivere mentre loro divenivano carne da macello?”. Mi ubriacavo della convinzione di dover essere io il vascello delle loro ambizioni, di portare alto il vessillo della nostra guerra. Eravamo nel bosco appena fuori Shiganshina – pronti come sempre ad essere riempiti dagli insulti di quanti ci vedono solo come uno spreco di finanze- quasi giunti al cancello esterno, quando la terra cominciò a sussultare, quando il cielo esplose.

Non credevo di poter provare più una simile angoscia, che le mie gambe avrebbero tremato ancora alla vista di un Gigante. Ed invece ero lì, completamente paralizzato dinanzi a quell’esemplare di oltre 50 metri. Non avevo mai visto nulla del genere nei miei lunghi anni nel Corpo di Ricerca. Ha abbattuto le mura, ha fatto breccia nella città dove la nostra gente, i nostri amici ci stavano attendendo. Ho provato a precipitarmi lì in città con tutte le mie forze, lo giuro. Loro non avevano colpe. Mia figlia non aveva colpe. Dovevo raggiungere la mia famiglia prima di quei mostri. Io … non ce l’ho fatta, ancora una volta non sono stato in grado di proteggere il mio mondo, questo ultimo sputo di terra nel quale ci era consentito di vivere. Il destino ha voluto che la vedessi, che soffrissi ancora mentre quel maledetto abominio la stritolava. Lei gridava “aiutami papà, aiutami ti prego”. Ho dovuto assistere ancora una volta a quello strazio. Io non l’ho protetta. Lei è stata squarciata a metà dal morso di  quella creatura prima che potessi intervenire; il suo corpo dilaniato e gettato al suolo, il volto ormai irriconoscibile. Dov’ero io? Dov’ero mentre la mia unica vera ragione di vita veniva strappata al mondo? Ad inseguire un ideale di merda. E’ per gente come me se l’umanità sta scomparendo. Ed ecco la verità: non ero destinato a nulla, nessuno lo è, l’ho capito troppo tardi.

Domani morirò. Questa è una missione suicida, ne sono consapevole, lo siamo tutti qui. Hanno mandato i vecchi, gli storpi e le reclute a rimpinguare le fila. Dobbiamo morire, non per riconquistare la nostra terra, è impossibile ormai; dobbiamo morire perché non c’è più spazio per tutti, perché le risorse sono limitate e noi siamo di troppo. Se la mia vita non era destinata a nulla allora perché sento ancora questo desiderio di libertà? Perché dobbiamo patire il tormento e nasconderci come ratti? Ci uccidono solo per divertimento, non posso non pensarci. Quando, durante la lezione del corso cadetti, ci dissero che i Giganti non hanno bisogno di nutrirsi per sopravvivere provai una fitta tremenda al costato. Perché, allora? Siamo fantocci nella mani di questi demoni, animali avvinti al giogo della loro tirannia. Non ha senso, non so darmi nessuna spiegazione.  I miei compagni… Loro mi guardano, li ho delusi tutti. Sono rimasto in vita solo per arrivare a questo? Per essere sventrato e provare terrore? Chissà com’è morire, non me lo ero mai chiesto. Quanto dolore proverò? La paura afferrerà la mia anima?

Arrivati qui nulla importa più. Me ne andrò da questa esistenza, ma solo dopo aver portato con me quanti più Giganti possibile all’Inferno. Li sterminerò fino ad essere ebbro del loro sangue, finché non avrò esaurito ogni stilla delle mie forze.

Offrirò il mio cuore un’ultima volta. Per la Legione. Per la vendetta. Per la mia libertà.

L’Attacco dei giganti (Shingeki no Kyojin) è un manga ideato e realizzato dal mangaka Hajime Isayama, in pubblicazione dal 2009, trasposto in anime dal 2013, avviatosi ormai alla sua conclusione con gli ultimi capitoli del fumetto prossimi all’uscita e con la quarta e conclusiva stagione della serie tv in corso. Tutte e 4 le stagioni sono disponibili in Italia sia su Prime Video che su VVVVID.

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