Tante volte, nei tanti posti che mi hanno ospitata per scrivere, avrei voluto parlare di Ale, del “mio” Ale. Non l’ho mai fatto e non lo farò neppure oggi.
Ho ancora paura di fare del male, di causare dolore e, forse, ho ancora paura del mio di dolore. Ho paura dei miei ricordi, che custodisco in fondo all’anima. Per lungo tempo, ho avuto paura anche delle foto: non guardavo più gli album di famiglia perché avevo paura di trovare una foto di Ale, infilata tra le pile del mio passato. Avevo paura dell’onda anomala che mi avrebbe travolta guardando il suo viso sereno immortalato dalla macchina fotografica, e di come sarebbe stato tirare a galla l’ultima immagine che ho di lui, quella scattata dal mio cervello quando entrambi avevamo quattordici anni.
Il suo volto sereno, il suo più che caratteristico neo a cozzare con il bianco dell’imbottitura della bara. Poi il nulla, i nervi non hanno retto. Avevo paura perché mi sentivo in colpa. Io c’ero ancora; lui, invece, non c’era più. Dodici anni dopo, se n’è andato anche Claudio, per me “zio Claudio”, il papà di Ale. È stato consumato da quello che tanti chiamano il “male del secolo” quando, a mio avviso, è solo una bestia maledetta che, nel tempo, ha colpito tante delle persone che amavo e che ancora amo.
Dodici anni dopo, però, mi sono detta che qualcosa posso pur farla o, forse, debbo ancora farla. Debbo parlarvi di lui, della forza sovrumana che i suoi genitori, Delia e Claudio, hanno dimostrato fondando l’“Associazione Alessandro Bini O.N.L.U.S. per la Sicurezza nello Sport”, perché nessuno dovesse più patire quello che hanno patito loro dal 2 febbraio del 2008. Ale non se n’è andato, Ale è stato portato via dall’incuria e dalla superficialità degli uomini.
L’Associazione nasce il 20 marzo 2008, circa due mesi dopo la morte di Alessandro Bini. Alessandro, all’epoca quattordicenne, avrebbe dovuto compiere quindici anni il 9 febbraio del 2008 ma, appena una settimana prima, perse la vita su un campo da calcio, durante una partita di campionato “Giovanissimi”. Alessandro andò ad impattare, durante un’azione, contro una maniglia di un rudimentale impianto di irrigazione, posto a soli 70 cm dalla linea del fallo laterale, ad un’altezza di circa 150 cm. Qualsiasi soccorso fu vano e Alessandro, di soli quattordici anni, si spense tra le braccia dei genitori durante la corsa disperata verso l’ospedale.
Quella maniglia non doveva essere lì o, almeno, doveva essere coperta dalla gommapiuma. Nei giorni successivi all’accaduto, i genitori di Alessandro si misero alla ricerca di un’associazione che promuovesse la sicurezza degli impianti e dello sport dilettantistico in generale. Non ne trovarono neanche una, nonostante emerse all’epoca che circa il 90% degli impianti sportivi non fosse a norma.
Così nacque l’Associazione Alessandro Bini O.N.L.U.S. per la Sicurezza nello Sport, dal sacrificio di Ale e dall’immenso dolore di Claudio e Delia. Da allora, la O.N.L.U.S. si occupa di promuovere la sicurezza sui campi da gioco e, ogni anno, si disputa un memorial in suo ricordo, giunto ormai alla XII edizione.
In un Paese come il nostro, dove tanti giovani decidono di dedicarsi allo sport, tutelare la loro sicurezza dovrebbe essere una priorità, eppure di rado lo è.
Nessuno dovrebbe perdere la vita a quattordici anni mentre sta giocando in campo, eppure è successo.
Per questo, dopo dodici anni e in egual misura tra altri venti, è e continuerà ad essere importante portare avanti il ricordo di Ale, la battaglia di Delia e Claudio, anche e soprattutto ora che Claudio non c’è più.
La mia è una vera e propria chiamata alle armi: premuratevi di controllare i campi dove giocano i vostri ragazzi; denunciate le irregolarità che riscontrate. Tutti insieme dobbiamo permettere alle generazioni, presenti e future, di dedicarsi con serenità allo sport, senza temere che una tragedia come quella che vi sto raccontando debba nuovamente abbattersi su una famiglia.
Spero che, con queste poche parole, possiate tutti sentire Ale più vicino, perché Ale è nella passione dei vostri ragazzi, nei loro scarpini, nell’erba del campo, nel pallone calciato a tutta velocità durante un’azione.
Ale è nelle vostre partite della domenica, nei vostri allenamenti, nelle vittorie e nelle sconfitte di campionato.
Ora, anche Claudio è con lui.
Lo dedico a voi, come tante altre cose.
Lo dedico a te Delia, perché in questa battaglia non sarai mai sola.
http://www.associazionealessandrobini.it
Ad un giuramento dall’essere avvocato, classe 1993, romana D.O.C.
Laureata in Giurisprudenza presso la LUISS Guido Carli con votazione 110/110, specializzata in Diritto del Lavoro e Responsabilità Professionale, parla fluentemente inglese a livello C1 grazie ad una parentesi di studio presso il Griffith College di Dublino.
Collaboratrice del Quotidiano del Sud dal 2019 e Vicedirettore di“Iuris Prudentes”.
Appassionata di pittura, lettura, psichiatria e shopping!