Come verrà giudicato il Governo Conte?

"Ora che la campagna vaccinale è iniziata, ora che arriveranno i 209 miliardi del NextGenerationEU (oltre a quelli a cui l’Italia può attingere dal RecoveryFund), Conte ed il suo esecutivo probabilmente riceveranno il benservito in favore ( questi i gossip di palazzo ) di Mario Draghi che sarà chiamato a studiare la strategia che l’Italia dovrà adottare per riprendersi e slanciarsi verso il futuro."

Sul finire dell’anno domini 2020, dopo estenuanti e lunghissimi mesi di paura l’umanità ha, finalmente, potuto godere dei primi raggi di luce. Nel vecchio continente, infatti, il 27 dicembre è iniziata la più imponente campagna di vaccinazione della storia che dovrebbe permetterci di riconquistare, entro circa un anno, la normalità tanto agognata. Ma facciamo un passo indietro.

Era il tardo Febbraio 2020 quando Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, veniva raggiunto (presumibilmente) da un collaboratore il quale, senza potersi accorgere della portata della notizia, lo informava dell’inizio della più grande crisi sanitaria che l’uomo ricordi: il Sars-CoV-2 è in Italia.

In quel periodo il dibattito politico era incentrato sui “soliti” argomenti e per qualche tempo ancora l’intera opinione pubblica, anche a causa di un fenomeno psicologico che ci spinge a vedere lontano un pericolo in realtà molto vicino sol perché non lo vediamo, ha inconsapevolmente ignorato la minaccia.

Nei giorni tra il 9 e l’11 marzo, a causa di un aumento esponenziale del numero dei contagiati, Conte ha imposto (per primo in occidente) un lockdown generalizzato. Tutto si sarebbe dovuto fermare. La vita come la conoscevamo sarebbe dovuta, per  tutti, cambiare immediatamente.

In quel momento, all’improvviso, Giuseppe Conte, Premier di compromesso prima giallo-verde poi giallo-rosso, ha sentito su di sé la responsabilità reale di dover proteggere l’intero popolo italiano da un nemico tanto subdolo quanto letale. E la nostra classe politica?

La politica, sempre più social e sempre meno “πολιτική”, ha seguito il “polso” del sentire della popolazione.

Dapprima un corale ed accorato #stiamoacasa poi, col miglioramento della situazione epidemiologica, il Palazzo e le alleanze hanno iniziato a scricchiolare.

Eppure, le vittorie italiane firmate dal Governo Conte non sono state poche, né di poco conto.

L’Italia, dopo una prima fase di scetticismo e critica, è stata presa come modello di reazione (per un paese democratico) e gestione della pandemia; in Europa, dopo un serrato confronto politico, l’Italia è riuscita ad assicurarsi una buona fetta dei miliardi destinati dall’Unione Europea alla fase del rilancio (o ricostruzione?).

Abbiamo potuto godere di una tarda primavera ed estate tutto sommato – troppo – normali. 

Eppure la temuta seconda ondata ci ha travolti in pieno, nonostante avessimo avuto il tempo di approntare una strategia di contenimento e riduzione dei danni in termini di vite umane e restrizioni.

Questo, probabilmente, insieme ad alcune scelte oggettivamente discutibili (vedasi campagna cash-back per poi imporre la chiusura di qualsiasi attività al dettaglio) il peccato originale che costerà al Governo Conte una reprimenda della storia.

Da questo, opposizioni, finti ed ex alleati hanno preso forza e vigore per gettare le basi del ribaltone che, con grande probabilità si verificherà.

Sarà la ragione – leggasi “scusa” – per far cadere il Governo di un uomo che ha dovuto affrontare la più grave crisi economico-sanitaria della storia dell’uomo.

Ora che la campagna vaccinale è iniziata, ora che arriveranno i 209 miliardi del NextGenerationEU (oltre a quelli a cui l’Italia può attingere dal RecoveryFund), Conte ed il suo esecutivo probabilmente riceveranno il benservito in favore (questi i gossip di palazzo) di Mario Draghi che sarà chiamato a studiare la strategia che l’Italia dovrà adottare per riprendersi e slanciarsi verso il futuro.

Non possiamo avere certezza di quanto sopra, possiamo però esprimere un certo rammarico per la prevedibilità e – mi venga concesso – la bassezza della classe politica che ci rappresenta.

Questo Governo potrebbe esser stato “usato” per gestire un momento delicatissimo con la consapevolezza che ogni errore (anche tutti quegli errori sistemici che ingolfano il motore del belpaese da trenta anni) sarebbe ricaduto sulle loro spalle.

La politica italiana ha mostrato e mostrerà il suo vero peggio in questo periodo, utilizzare degli uomini come “smacchiatore della storia” per poi non solo gettarli via ma etichettandoli come coloro i quali hanno fallito in un compito – invero – impossibile e che, per questo, non possono esser considerati degni di disegnare il futuro.

Sicuramente Mario Draghi (la sua nomina pare essere scontata e finalizzata ad un traghettamento del paese sino alla elezione di quest’ultimo come Presidente della Repubblica) o chiunque altri verrà chiamato a gestire quei fondi avrà maggiori competenze e capacità di assumere decisioni strategicamente apprezzabili ma non dovremmo fingere di non vedere. 

L’Italia, però, merita una classe politica diversa, migliore, una classe politica che lavori PER la cosa pubblica e PER i cittadini e che abbia il coraggio di assumersi delle responsabilità.

Che non scelga solo in funzione del consenso elettorale ma che sappia spiegare al cittadino la necessità e la bontà di una scelta aprioristicamente impopolare.

I libri di storia tra qualche anno cristallizzeranno questi anni e, nonostante non possa esser soddisfatto in pieno delle decisioni assunte da questo Governo nell’anno più buio dell’ultimo secolo, mi auguro che dipingano un Governo che ha commesso errori ma è stato capace di reagire con prontezza e fermezza.

Spero, però, soprattutto, che gli italiani sappiano giudicare con maggiore oggettività l’agire dei loro rappresentanti politici.

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