"Rubami i baci di Klimt, sempre e per sempre la tua Danae"

Fase 1: Perdersi, ancora

A pelle nuda, accanto a te.

Ho perso i confini,
dentro, fuori, vuoto e calma.
Un gran senso di vertigine, la paura di romperlo:
è così. L’amore

insegna ad amarti
mentre ti sfiora un cuore,
mentre ti sfiori il cuore

ti lasci spogliare
e i pensieri cadono a terra
lontani, svestiti
e resti, con la tua fame.

Vuoi, ne vuoi, ancora,
quella fame:

ti ricorda che ami.

Quell’amore era nato, era nudo
accanto a te

E tu non lo sapevi.


Fase 2: Trovarsi, poi

Non so ridere alle tue battute
Non so parlarti dei miei sogni
Non so chiederti dei tuoi
Non so che taglia porti di jeans
Non so raccontarti dei presenti che non ho vissuto
Non so condividere un pezzo di torta con te
E magari mangiarla con lo stesso cucchiaino, no, proprio no
Non so ascoltarti mentre ti addormenti dopo una lunga giornata di lavoro
Non so accarezzarti piano
Non so fare l’amore con te, ma non so neanche portarti a letto
Non so quale sia la tua bibita preferita
Non so se ho voglia di passarti il sale a tavola
Né di chinarmi a prendere il tovagliolo che ti è caduto per terra
Non so farti smettere di piangere
Non so proteggerti da te e dal mondo
Non so di che colore siano le tue iridi al tramonto
Né mi importa
Non so consolarti
Non so che sapore abbiano le tue labbra
Quando si mischiano con le mie
Non so quanti nei hai sul petto
Non so amarti.

E di lui? Di lui.
Di lui so tutto.


Fase 3: Sconosciuti, mai

Avrei potuto scegliere mille strade
e continuare a viaggiare tra i continenti,
Eppure sono qui.

E quanti musei avrei visitato,
innamorata di eroi e di principi,
e quante cene avrei gustato nelle notti chiare dei deserti,
Eppure sono qui.

E quanti uomini avrei potuto amare,
e sentirmi ancora libera nel lanciarmi con un paracadute,
Eppure sono qui.

E quante cose avresti scelto di fare tu,
senza i miei limiti, le mie paure, i miei programmi,
Eppure sei qui

Avresti potuto ricalcare ogni strada a bordo di un’auto,
scegliendo di andare oltre i confini di ogni stato,
Eppure sei qui

Avresti aspettato l’alba, cantando
e raggiungendo il primo raggio sulla cima più alta di una montagna,
Eppure sei qui.

Quante strade avremmo potuto scegliere, dorate, luminose, accattivanti,
Eppure siamo qui,
a bere una Coca Zero con un tramonto su Roma
con la pelle dorata dal sole.

E ripercorriamo le strade sui nostri corpi nudi e caldi
tu che sei il mio oceano e io la tua spiaggia, da continuare a baciare
con ritmo frenetico, costante, instancabile.

Guardami sempre con quegli occhi,
ché mi sento bellissima,
io, la tua dea da amare.

Rubami i baci di Klimt,
sempre e per sempre la tua Danae.

Mordimi il labbro inferiore,
e poi scendi sul collo
e inebriati del mio sapore,
Ancora. E ancora.

Perché in te amo tutti gli uomini del mondo,
Ma nessuno di loro è te.

Ho bisogno di sentire il tuo corpo sui miei seni
E così, stretta a te, precipito nella libertà e nel segreto del nostro piacere.

Quel mondo solo nostro,
abitato da due corpi che ansimano all’unisono
e che, soli, dimenticano come si respira.

E intanto torna, una nuova alba.
Roma è sempre lì
bella. Ancora ferma.
Ma noi, noi, noi continuiamo ad amarci.

E la Coca Zero è finita.

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