
Una questione di scelte
“…un po’ come quando si fa il castello con le carte, magari ne casca qualcuna verso l’ultimo. Io, invece, non sono nemmeno mai arrivato a concludere il primo piano, forse per colpa mia, anzi, probabilmente lo è.”
“…un po’ come quando si fa il castello con le carte, magari ne casca qualcuna verso l’ultimo. Io, invece, non sono nemmeno mai arrivato a concludere il primo piano, forse per colpa mia, anzi, probabilmente lo è.”
“Ma allora affoghiamo nei nostri cassetti della felicità, sguazziamoci dentro, apriamoli, soffermiamoci e cristallizziamo quell’attimo per sempre, o anche solo per molto tempo”.
“Mio padre è così: non parla, sorride.
E se sorride, fa parlare il cuore. Ha scelto, tra tutte le possibilità, di restare in silenzio e sorridermi, alleggerendo, con il solo movimento dell’angolo della bocca, il momento più duro della mia vita”.
“Io non so se dentro di me ci sia un grillo, un armadillo o qualsiasi altro tipo di animale parlante, so solo che quella voce, che io definisco la piccola Chiara, c’è e io vorrei tanto non sentirla perché alcune volte è proprio snervante, credetemi.”
“Durante il cenone della Vigilia, una coppia di zii curiosi chiede ai nipoti cosa facciano nella vita, ricevendo le risposte più variegate, a testimoniare la difficoltà nel mondo lavorativo di oggi dei giovani.”
“Ci sono state, e ci sono ancora, molte routine nella mia vita che sembrano essere ripetitive e praticamente immutabili. Abbiamo bisogno di abitudini, per non annegare nei dettagli. Ma sorge spontanea la domanda, chi è il padrone, io o la routine?”.
“Io sono in una fase di litigio con me stesso così forte e duro, da rimanere in silenzio con gli altri, ma da fare casino nella mia testa. Che gli altri si chiedano come sto, porta in me solo la voglia irrefrenabile di rispondere “sto bene”, ma dentro, sto litigando.”
“Il tempo passa. Inesorabile.” Me lo ripete spesso mio padre, ma quando lo dice sorride.
Forse, allora, mi vien da pensare che un primo obiettivo è stato raggiunto in questi venticinque anni.
Sono riuscita a sorridere della mia malinconia. Inguaribile e insopportabile, è la mia compagna di vita. Non sarei niente senza la mia malinconia, senza il mio incessante desiderio di rivivere.
“Sapevo quando dovevo mangiare, quanto dovevo mangiare, quando dovevo stare male, quanto doveva durare la mia sofferenza, quando stavo male per gli altri.
E lei, mi appoggiava sempre.”