Ci troviamo ad Ischia, più specificamente a due passi dal comune di Serrara Fontana, località che spicca sull’altopiano dell’isola campana alle pendici (e non solo) del Monte Epomeo.
È il 15 agosto e, nel rispetto dei soliti luoghi comuni, fra gli yatch che occupano la baia di Sant’Angelo, pullula la classica movida di Ferragosto; quindi, per evitare di rimanere impantanati nel traffico dei ciclomotori, i miei amici ed io decidiamo di cambiare itinerario e di andare alla scoperta di imprevedibili curiosità che caratterizzano l’isola.
Apro, quindi, la mia fedele LonelyPlanet che ci consiglia di visitare un posto chiamato “Casa Museo”: rimaniamo molto incuriositi dal legame tra un nome che identifica di solito un luogo riservato ed intimo a quello che invece descrive un tempio di bellezza e ricchezza. Decidiamo di visitarla.
Partiamo da Ischia Ponte in sella dei nostri Sh, e dopo una ventina di minuti di curve che ci regalano una vista mozzafiato su tutta l’isola, giungiamo in un luogo di altri tempi, selvaggio ed affascinante, sfuggito inesorabilmente alla mano dell’uomo e poi magicamente salvato dallo stesso.
Ci troviamo di fronte ad una sorta di gola scavata in una roccia grazie all’erosione materna del vento e delle acque che ha dato vita ad un locus amoenus unico nel suo genere che a parole non si può spiegare.
Purezza ed autenticità: così posso descrivere l’aria che si respira a Casa Museo.
Salvatore Di Meglio, muratore ormai in pensione, ha ereditato questo stabile dalla sua famiglia e vi ha vissuto per tanti anni insieme ai suoi figli; tuttavia, a causa delle condizioni climatiche dettate dall’umidità e dal freddo, nel tempo è stato costretto a trasferirsi altrove. Però, per non permettere che la sua casa venisse lasciata al declino e all’abbandono, qualche tempo fa ha deciso con pazienza e cura di trasformare quegli ambienti in una vera e propria “Casa Museo”.

La casa è completamente composta da pietre e ritrovamenti marini, la natura vive e regna fra le mura che reggono Casa Museo.



Ad accoglierci c’è sempre Salvatore, che in silenzio scruta in profondità le anime dei passanti con i suoi occhi azzurro cielo: “Salite, prego. Di qua, vi aspetto su.”

Notiamo subito che quell’uomo taciturno ha tanto da dire e da dare ma non gli chiediamo nulla e lui non ci anticipa niente, ci offre di visitare la casa e ci attende sul terrazzo insieme ai suoi due mici.
Casa Museo è una meraviglia indescrivibile: scopriamo, poi, che Salvatore nel tempo libero scolpisce il legno e la pietra, realizzando piccoli capolavori primitivi nella forma e che sembrano appartenere ad un mondo ormai lontano, stilizzati lungo le pareti con pietre levigate dal mare.


Mentre ci spiega la storia di Casa Museo notiamo una lunga scala: “Salite, andate a vedere. Vi aspetto qui.”
Seguiamo il percorso a gradoni e accediamo ad un terrazzo che affaccia sulla cava. Ci lasciamo coccolare per qualche minuto dal silenzio, dalla pace e dal fresco pungente che arriva dalla montagna.
C’è anche un cunicolo chiamato “La Grotta della fortuna”, lungo il quale sono stati appesi tantissimi ferri di cavallo, usati dagli antichi contro il malocchio, dove si ha per davvero una sensazione di purificazione e positività interiore.
È innegabile: l’emozione in cima è profonda ed in quel momento si ha l’impressione di essere arrivati in capo al mondo. Si diventa, d’improvviso, tutt’uno con la natura e ci si sente a casa, una casa chiusa in una teca che diventa museo, scrigno di bellezza e meraviglia.
Una volta entrati a Casa Museo il tempo si ferma e si respira la vita, quella che continua a passarci attraverso e che di generazione in generazione non ha mai una fine.
“Molti passanti non si fermano: leggono Museo e pensano che si debba pagare. Nessuno vuole più pagare per la bellezza. Ed io infatti sono d’accordo, per questo ho messo a disposizione questa mia eredità che amo senza chiedere il pagamento di un ticket di ingresso. Ma hanno tutti paura e in pochi decidono di entrare.”
Salvatore ha una missione: quella di non perdere le tradizioni, di tramandare l’amore per le proprie origini, il culto per le proprie radici al punto da farne una teca di segreti preziosi messi a disposizione di chi dal passato ha ancora voglia di imparare qualcosa.
“I nostri antenati hanno sempre qualcosa da dirci: se ti siedi qui, in silenzio, riesci ad ascoltarli”.
Le tradizioni sono importanti, soprattutto nei piccoli borghi dove si sviluppano i mestieri più antichi che, di generazione in generazione, trasmettono storia e insegnamenti.
Basti pensare che ad Ischia, se il Rucolino, il Limoncello o il Nocino non vengono preparati in particolari giorni e momenti dell’anno “porta iella”, si può intendere l’importanza che le vecchie guardie attribuiscono ai riti familiari e, quindi, alle radici e alla loro storia.
Casa Museo è sempre pronta ad ospitarvi, basta raggiungere la Via ex S.S. 270 tra Buonopane e Fontana, 80070 Serrara Fontana, Isola d’Ischia, Italia.

Qui i contatti di Salvatore Di Meglio per maggiori info: Tel. 3497198879 – Email: dimeglio69@yahoo.com.
La visita è finita e su consiglio di alcuni amici prenotiamo alla Cantina di Punta Chiarito, un locale rustico e accattivante che affaccia sulla nota baia di Sorgeto per provare il tipico coniglio all’ischitana.

Non avremmo mai potuto andare via da Ischia senza aver provato il suo piatto tradizionale… Un affronto del genere non sarebbe stato mai perdonato dalla magnetica e tradizionalista Aenaria!
Classe 1994, nasce e cresce a Cosenza, ma casa sua è il mondo intero.
Avvocato, donna in carriera e aspirante madre di famiglia, è laureata in Giurisprudenza alla LUISS Guido Carli e specializzata in Diritto di Famiglia e Minorile e in Diritto del Lavoro e Welfare, con esperienze di studio presso la Stockholm University in Svezia e la Universidade da Coruna in Spagna.
Ha viaggiato in numerosi angoli della Terra con lo zaino in spalla e la voglia di raccontarli.
Appassionata di letteratura, cucina, esplorazioni e ambiente!