"Forse è proprio questo il senso di tutto: forse dovremmo essere tutti di gomma per darci forma l’un l’altro. Per non doverci incastrare andando ad eliminare ma semplicemente accogliendoci con la tenerezza."

In Spagna, quando raggiungi l’indirizzo che inserisci su google Maps la voce metallica ti avvisa dicendoti: “Il tuo destino si trova sulla sinistra”.
Destinazione si traduce con destino. Fa caldo, mentre guido una macchina full optional e percorro la strada di Sant’Antonio, una zona turistica dell’isola di Ibiza.
È quel caldo che ti fa venir voglia di bere acqua fresca, che sensazione migliore c’è? Penso tra me e me mentre la radio passa La Isla Bonita. Per una persona patriottica come me è facile notare che l’anagramma di isla è Sila e d’un tratto mi manca casa.
Ma non “casa” come luogo fisico, “casa” inteso come le persone che ti riempiono la vita come se il tuo cuore avesse una planimetria catastale. Quelle persone che ti riempiono la cucina, che credo si trovi accanto lo stomaco. Che ti riempiono il soggiorno, che si trova tra il cuore e lo sterno.
Che ti riempiono i sogni, che sicuramente si trovano in quei 21 grammi impercettibili chiamati anima.
Oggi è il 31 agosto, non c’è nessuna storia che nasce e nessuna estate che muore, ma c’è Calcutta che mi risuona con il suo e allora dimmi, che cosa mi manchi a fare che tanto mi mancheresti lo stesso.
Suona Calcutta perché Brunori forse fa un po’ più male oggi.
“Il tuo destino si trova alla tua sinistra”, dicevo.
È che mi perdo, come quando vedo una palma altissima e devo per forza fare una foto perché ho paura di dimenticare. E non voglio farlo.
Anche se tu lo dimentichi che il tuo destino era alla tua sinistra.
Tu, non io.
Non dimentico nulla, non lo farò.
Resterò sul fianco destro a ricordare i colori di un’isola che avrei voluto raccontarti ma non ci sei, ti vedo ma non ci sei.
Ti vedo, ti attraverso ma non ti capisco, invece canta adesso Colapesce.
E siamo sul viaggio di ritorno, di notte, su una strada più familiare.
Ed io ripenso al mare trasparente, alle conchiglie di Formentera, alle onde chiare, a me su di una bici sgangherata, con le treccine che mi tirano la testa ma che mi fanno sorridere, perché mi sento libera. Libera.
Come ci si dovrebbe sentire tra le braccia di qualcuno, tra un bacio sulla guancia dato come se io avessi tre anni, tra una carezza e un “credo di amarti” sussurrato in una casa vuota e spoglia che aspetta soltanto di essere costruita e di prendere la mia forma.
La mia forma che avrei voluto combaciasse con la tua, che io tanto sono di gomma e posso diventare piccola piccola senza modificare nulla.
Forse è proprio questo il senso di tutto: forse dovremmo essere tutti di gomma per darci forma l’un l’altro. Per non doverci incastrare andando ad eliminare, ma semplicemente accogliendoci con la tenerezza.
Ah, la tenerezza!
“È la tenerezza che t’ammazza e non l’umidità”, è un barlume di bellezza e di speranza che resiste al tempo.
E di colpo, tra i ricordi di un’enorme discoteca piena di gente mi perdo di nuovo pensando che ho abbracciato una tenerezza che mi ha sventrato l’anima.
Un tocco così intimo, così potente che mi ha vista essere bambina.
Ho stretto forte me stessa mentre stringevo altre mani, mi sono accarezzata mentre mi accarezzavano anche loro. Ho avuto fame di sonno, abbandonata tra le pieghe dei miei occhi e le rughe colme di lacrime. Come quando lo sai, in cuor tuo, di non essere la scelta.
“Dovresti provare meno sentimenti” sì, ma poi non sarei io, io che esco a prendere la colazione mentre fuori piove perché tanto alla fine conta mangiare un cornetto e un cappuccino con le tue compagne di viaggio.
Io che non lo so che forma avrò domani, tra tre mesi, adesso.
Io che so soltanto quello che sono, mentre ti vengo a cercare.
Che forse non sarà adesso, magari continuerò a sbagliare l’uscita della rotonda e mi ritroverò a dover fare la strada parallela, ma spero che prima o poi la mia destinazione e il mio destino possano coincidere.
Apro gli occhi, è quasi l’alba, sono a casa, stanca, ma sono a casa.
È il 31 di agosto e va bene così.

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