Australia, terra emersa, patria di animali fantastici e menti straordinarie; luogo dalla prepotente bellezza e scatola di modernità e arte, dalla più antica alla più moderna.
Ed è proprio su una delle baie più importanti di tutto il Paese che fa capolino, con le sue sinuose e forti forme, una costruzione che sembra viaggiare a velocità costante, con il vento che la spinge a largo di Sydney. Ma non prendetemi sulla parola, perché in realtà, ciò di cui sto parlando, sembra si stia muovendo, ma rimane una straordinariamente ancorata a terra: la Opera House.
Costruzione controversa, dibattuta ed inizialmente scartata tra i progetti in gara, la Opera House di Sydney viene inaugurata dalla regina Elisabetta II d’Inghilterra, segno di un Commonwealth forte, ma soprattutto simbolo di progresso e modernità, il 20 ottobre 1973.
STORIA:
Cercate di immergervi alla fine degli anni 50 del XX secolo ed immaginate di sentire i gabbiani fare festa sulle onde che si infrangono gentilmente sui confini della baia. Il governo era in fermento, e Sydney attendeva con ansia la decisione da prendere per rendersi ancora più bella e richiamare non solo turisti, ma anche l’attenzione degli australiani stessi.
Si presentarono, per la gara indetta nel 1958, circa 220 candidati ed in esso fa capolino Jørn Utzon, danese di nascita e artista nel cuore, che con la sua Opera House a forma di vele…viene immediatamente scartato. Il perché è semplice.

Vi ricordate quando vi ho chiesto di immaginarvi sulla baia? Adesso immaginatevi sulla stessa, ma nel 1958. Un’opera del genere era troppo, troppo surreale per essere proiettata nell’immagine che voleva mantenere la città di Sydney; non che sia propriamente classica, ma ai tempi si voleva mantenere forma e un certo tipo di “decoro”.
Utzon, giovane di età, venne ripescato da un unico membro della giuria, il quale riuscì a vedere non solo la sua età anagrafica, ma anche e soprattutto la sua genialità per idee e innovazione. Il design era la sua casa e l’ambiente un tema ricorrente nelle sue opere. La commistione tra natura e cultura, che sia essa provenire dalle Americhe o dai paesi orientali, lo rendevano unico e spesso, purtroppo, la pecora nera del tempo.
Nel momento in cui il progetto divenne quello vincitore, il più grande problema fu il tetto “a conchiglia”, per peso e forma. Attraverso alcuni primi computer e con l’aiuto di alcune aziende di costruzioni, Jørn creò vari plastici e modelli.
Le vele, però, nascono da un’intuizione, un po’ come ogni cosa che si può considerare geniale. Provate a sbucciare un’arancia. Incidetela nella parte superiore del frutto ed inserite il coltello seguendo la forma sferica del frutto, per circa un centimetro. Ripartite dall’apice di questo primo segno e ruotate leggermente la mano e il taglio, facendovi accompagnare sempre dalla forma del frutto. Ecco a voi una delle vele.

La genialità fu così ripagata e pur non essendo presente durante l’inaugurazione, l’artista viene ricordato per ciò che nessuno era ancora riuscito a fare: costruire l’impossibile.
COMPOSIZIONE:
Con più di 2000 spettacoli l’anno (escluso il 2020 – causa pandemia, il teatro rimane chiuso) ed un numero di spettatori che può superare il milione e mezzo, diviene con le sue spesse mura, patrimonio mondiale UNESCO, ben 13 anni fa, nel 2007.
Le vele che si innalzano sulla baia fanno parte di una costruzione con una base granitica di 185 metri per 120 metri: una costruzione non proprio semplice.
È questa maestosità che le permette di avere più di 1000 spazi, utilizzati per concerti e non solo.
Il teatro dell’Opera è, però, la seconda sala in quanto a grandezza con 1500 posti. Il legno di betulla le fa cornice e la rende mozzafiato. Per quanto riguarda la sala più grande, ovvero la Concert Hall, può ospitare circa 2700 persone ed al suo interno si trova uno degli organi più grandi al mondo. Questo strumento fu consegnato solo nel 1979 ed ha più di 10000 canne. Bach è stato scelto per il suo battesimo, con il brano “Toccata e Fuga in Re minore”.

Tra le altre sale troviamo le due per le rappresentazioni teatrali, ma anche una per feste ed eventi ed una dedicata all’architetto di questa meravigliosa opera.
CURIOSITÀ:
Ma se pensate che le particolarità di questo luogo siano terminate, vi sbagliate, perché le curiosità sono numerose:
- Utzon, nel vincere questa competizione architettonica, ricevette circa 5000 sterline inglesi, una somma che per l’epoca non era niente male!
- L’ispirazione delle 14 vele non viene solo dall’arancia e dalla sua perfezione, ma l’architetto volle riprendere la sinuosità dei faggi danesi. Incredibile, ma vero!
- Utzon vinse anche senza aver visitato prima l’Australia! Senza l’utilizzo di Google Earth, ovviamente, riuscì a capire dove sarebbe stata posizionata questa costruzione nella geografia australiana, seguendo delle mappe navali!
- In quel posto, prima dell’Opera House, vi era solo un magazzino per i tram… Di strada ne è stata fatta!
- In questo luogo si esibirono anche Sammy Davis Jr nel 1977 ed Ella Fitzgerald nel 1978.
- Tra gli artisti internazionali moderni, si sono esibiti anche i The Cure, Björk, Patti Smith e Bob Dylan.
- L’Opera House divenne simbolo di tutta l’Australia. Ma del resto, chi non ci pensa se si parla di questo straordinario paese?

Insomma, la conclusione è che questo magico luogo debba essere inserito nei must have di ogni viaggiatore, perché credetemi, 24 ore di viaggio meritano lo spettacolo della baia e soprattutto di questo edificio fuori dal comune.
Ma, del resto, è innegabile che questo luogo sia da considerare, anche dopo quasi 50 anni, tra i posti più innovativi e suggestivi mai visti.
Social Media Strategist, cosentino classe 1991, fluente in 3 lingue.
Laureato in Giurisprudenza per caso, in Marketing e Comunicazione per scelta, ha vissuto a Roma, Milano, Alicante, Boston, Londra… Ma per lui nessun posto è come “casa”.
Eletto vincitore della Hult Business Challenge da una giuria di Google per il suo progetto sui matrimoni calabresi intitolato “WEDDIE”.
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